Alla fine del XIII secolo i rappresentanti di Uri, Svitto e Untervaldo giurano reciproca fedeltà tramite il Patto federale del Rütli, nell’estate del 1291. Ebbene, sette secoli dopo, quella sovranità e indipendenza, che li portò a difendere le proprie terre, le proprie case e le proprie libertà, sembra essere stata dimenticata in qualche cassetto di Palazzo federale.
Nel 1992 il popolo svizzero fu chiamato a pronunciarsi all’adesione dell’allora Spazio economico europeo. Il 50,3% disse no. I contrari guidati da Christoph Blocher vinsero contro un Consiglio federale che dichiarò tale risultato come la fine della democrazia nel nostro Paese. Come può un organo esecutivo fare certe dichiarazioni? La cosa sorprendente è che l’economia nazionale, a differenza di quello che gli intellettuali prevedevano, ha continuato a crescere, portandoci oggi ad essere una delle economie più all’avanguardia del mondo, la ventesima con un PIL di 632 miliardi di dollari. Certamente non si può negare che se non fosse per gli accordi commerciali con l’UE, oggi non saremmo a questi livelli di competitività. Ma è anche vero che se non fosse per l’indipendenza monetaria e una politica economica e finanziaria non europea, che incentiva e che non penalizza le aziende, non saremmo nella situazione attuale. Ma come è possibile andare avanti con un Governo federale soggetto al volere di Bruxelles? Poco più di due anni fa, la maggioranza del popolo chiamato alle urne disse sì al 9 febbraio, stop all’immigrazione di massa. Oggi, poco e niente è stato fatto per attuare l’iniziativa, anzi, si fa di tutto per evitare un’attuazione poiché il duo Juncker-Sommaruga non la digerisce. E come se non bastasse, qualche giorno fa è stata approvata la libera circolazione con la Croazia. E ora i cittadini turchi non dovranno più richiedere un visto per entrare nel nostro Paese. Stiamo parlando di uno Stato extraeuropeo! Turchia che una settimana fa ha avuto la sfrontatezza di chiedere alla città di Ginevra di togliere uno striscione non gradito dal Governo di Ankara.
Vi sono Paesi membri dell’Unione europea come Ungheria, Slovacchia e Polonia dove la sovranità nazionale è molto più presente che nella nostra bellissima Svizzera, pur restando noi fuori dall’UE. E pur avendo ritirato, finalmente, la domanda di adesione a Bruxelles. Stati dell’Europa centrale che, viste le difficoltà del centralismo europeo, han deciso di agire per il bene del proprio Paese, del proprio popolo. E noi invece?
Daniel Grumelli, Presidente Giovani UDC TI, CdT del 02.06.2016