Autodeterminazione: alla base di uno Stato sovrano

Ai primi giorni del mese di agosto 1291 sul praticello del Rütli i Cantoni di Uri, Svitto e Unterwaldo diedero vita a qualcosa di allora inimmaginabile, un concetto di fratellanza, convivenza e aiuto reciproco che ancora oggi, dopo ben 727 anni, è alla base della nostra società: la Confederazione Elvetica. Confederazione che però nel corso dei secoli ha dovuto intraprendere numerose sfide legate a diversi fattori che han cambiato il nostro modo di vivere e di pensare. Sfide che oggi giorno oltre a venire dall’esterno, provengono in primis dall’interno.

Il popolo svizzero ha diverse volte mostrato lo scetticismo nei confronti di un organo superiore al nostro Stato. Nel medioevo il Patto eterno federale nacque anche per contrastare il Sacro Romano Impero, l’attuale Germania. Per poi doversi confrontare con il desiderio imperialistico di Napoleone, il quale fece dell’Europa di allora un gioco di carte. Tutto ciò ha portato già nel 1674 alla dichiarazione di neutralità del nostro Paese, dopo decenni passati a combattere anche in diversi eserciti europei come mercenari.

Neutralità ed indipendenza che in molti a Berna vorrebbero smantellare. L’autodeterminazione è un concetto basilare per ogni Stato sovrano, eppure una parte della politica nazionale è convinta che sia Bruxelles a dover avere l’ultima parola. Un ente para statale del quale non facciamo nemmeno parte e che non piace a 9 svizzeri su 10. Eppure alla sinistra svizzera tutto ciò piace a attira, tanto da mettere al primo posto gli interessi dell’Unione Europea a quelli della nostra amata Svizzera.

Un’autodeterminazione che è stata messa alla prova, ma alla quale per fortuna una parte del parlamento federale ha voluto difendere a tutti i costi, Ecco perché in novembre il popolo svizzero sarà chiamato alle urne per votare l’iniziativa federale UDC contro i giudici stranieri. Giudici di Strasburgo per esempio che secondo quanto voluto dalla Berna federale, avrebbero il diritto di pronunciare l’ultima parola anche in materia giudiziaria in Svizzera. In questo modo le decisioni prese dai nostri tribunali, dai magistrati, dai vari procuratori e anche dai giudici del Tribunale Federale potranno essere screditate da organi esterni alla Confederazione. Tutto ciò andando appunto contro il principio di autodeterminazione.

Oltre al danno anche la beffa, poiché sia il centro che la sinistra svizzera difendono la superiorità dei giudici stranieri per una questione di diritti umani. Come se noi in Svizzera, di diritti umani non ce ne importasse più di quel tanto. Strano però che proprio la Costituzione svizzera ha come fondamento il rispetto dei diritti dell’uomo. Costituzione che è alla base della nostra società e quindi anche del sistema giudiziario e delle sue sentenze.

È proprio vero che i balivi di Bruxelles non perdono tempo a trovar scuse per smantellare la nostra indipendenza e stabilità all’interno di un Europa sempre più caotica!

Daniel Grumelli, Presidente Giovani UDC Ticino