Per una scuola che educhi alla cittadinanza

Nell’editoriale apparso su La Regione lo scorso lunedì 13 ottobre, il giornalista Lorenzo Erroi ci accusa di voler, tramite la nostra azione “Scuole Libere”, intimidire gli insegnanti, azzardandosi addirittura un triste ed esagerato paragone con la riforma della scuola fascista di Gentile e Mussolini.

Erroi ci ha frainteso. Il nostro obbiettivo non è quello di intimidire i docenti, ma quello di garantire un diritto fondamentale degli studenti, ossia il diritto alla neutralità dell’insegnamento. Questo diritto non è stato inventato dall’UDC, ma è un articolo di legge approvato da oltre il 60% della popolazione in votazione popolare. Riteniamo dunque necessario che ai nostri ragazzi sia concessa la possibilità di formare le proprie idee e convinzioni politiche in maniera libera e indipendente senza essere condizionati da fattori esterni come, ad esempio, il materiale didattico oppure dai docenti. Questi ultimi, ben consapevoli del ruolo che ricoprono e del rapporto di fiducia che hanno instaurato con gli allievi, spesso se ne approfittano per fare propaganda tendenziosa, cercando di portare avanti e di fatto anche imporre le proprie idee, senza fornire un quadro corretto, completo e neutrale delle varie tematiche che riguardano l’educazione alla cittadinanza.

A ricevere intimidazioni sono piuttosto gli studenti che, esprimendo liberamente la loro opinione in contrasto con la visione utopica del docente, si vedono zittiti, minacciati, derisi o subiscono addirittura delle riduzioni di note. Nel suo editoriale, Erroi afferma che, quando lui era ancora a scuola, era bello litigare con i docenti con altre simpatie politiche per farsi delle nuove idee. Oggi però, a distanza di decenni, la situazione sembra non essere più così. Io stesso al liceo sono stato vittima delle intimidazioni e delle derisioni della mia docente dopo che aveva saputo che avevo aderito ai Giovani UDC. E come me sono in molti, solo che spesso, per non subire ripercussioni, preferiscono tacere. In fin dei conti, finché si resta a scuola, sono i docenti che hanno il coltello dalla parte del manico. Ecco perché si è resa necessaria la creazione di una piattaforma, dove gli allievi possono segnalare in modo sicuro e con la certezza di non subire ripercussioni tutte quelle situazioni dove un docente invece di insegnare il senso civico fa propaganda, che sia di destra o sinistra poco importa.

La nostra azione ha uno scopo costruttivo non distruttivo, e vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica, della politica e del governo la discussione su come deve venire insegnata la politica a scuola. Non è mai stata e mai sarà nostra intenzione mettere alla gogna i docenti. Infatti, i nomi di docenti, allievi e istituti coinvolti non diventeranno mai di dominio pubblico.  Vogliamo però sulla base di queste segnalazioni sederci al tavolo con Manuele Bertoli e il DECS e intavolare una riflessione costruttiva su questa problematica molto sentita da diversi docenti e genitori in tutto il Cantone.

Per i Giovani UDC

Diego Baratti

Presidente