Il prossimo 15 maggio il popolo ticinese sarà chiamato alle urne per votare sul Decreto per il pareggio del conto economico.
In breve, con tale proposta, il Cantone si pone l’obiettivo di parificare il bilancio entro il 31 dicembre del 2025, senza aumentare le imposte e agendo prioritariamente sul contenimento della spesa pubblica.
La necessità di avanzare questo decreto nasce dalla forte crisi economica a cui abbiamo dovuto assistere in seguito al confinamento dovuto alla pandemia da Covid-19 e alle sempre crescenti spese incontrollate che hanno origine ben prima dello scoppio della pandemia.
Per rendere l’idea, negli ultimi anni si è passati dall’utile di 60 milioni del 2019, ai 165 milioni di perdita del 2020. Mentre se per il 2021 il consuntivo cantonale ha evidenziato una piccola ricrescita, riportando un deficit di 115 milioni, per il 2022 è previsto un aumento delle perdite cantonali, arrivando a oltre 130 milioni di franchi di passivo.
I contrari sostengono che questo decreto sia di stampo neoliberista, e che porti a tagli alla spesa pubblica e al sociale.
La realtà è completamente diversa: infatti, come già detto prima, la proposta chiede che avvenga un contenimento della spesa pubblica, che di fatto è in continua crescita, e non un taglio, come erroneamente afferma chi è contrario. È anche importante precisare che con tale legge il Cantone non si pone l’obbligo, ma l’obiettivo di raggiungere il pareggio entro fine 2025.
Infine, è utile ricordare che anche Keynes, maggiore esponente delle politiche anticicliche spesso invocate a gran voce da chi oggi è contrario al decreto voleva, data la sua natura liberale, che nel lungo termine i bilanci dello stato raggiungessero il pareggio.
I bilanci del nostro Cantone hanno bisogno di tornare ad essere sostenibili e soprattutto non devono andare ad indebitare le future generazioni. Occorre tornare ai tempi in cui i consuntivi evidenziavano utili che hanno sempre mantenuto una situazione finanziaria ticinese solida. Per fare in modo che tutto ciò possa accadere, occorre votare un chiaro sì al Decreto per il pareggio di bilancio in votazione il prossimo 15 maggio.
Francesco Raimondi
Membro GUDC