Gli unici che dovrebbero scendere in piazza oggi sono i giovani!

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I Giovani UDC Ticino criticano con fermezza lo sciopero odierno dei dipendenti statali orchestrato dai sindacati, colpevoli d’alimentare le paure dei lavoratori pubblici, ostacolando l’obbiettivo costituzionale del pareggio di bilancio e del Decreto Morisoli approvato dal popolo, scaricando i costi dei ormai abituali deficit sui giovani.

Lo sciopero odierno non ha come scopo la difesa degli interessi dei dipendenti pubblici, quanto più l’affermazione politica, sempre più in affanno, di un movimento sindacale sempre più ostruzionista, quasi a voler comprovare a loro stessi l’esistenza.

Ma la situazione drastica delle finanze del Canton Ticino è anche colpa loro: infatti, la loro politica, fatta di minacce e terrore – ricordiamo la campagna contro il Decreto Morisoli che graficamente indicava anziani non più oggetto di cure e altre amenità di questo tenore – , ha portato all’immobilismo nell’amministrazione cantonale, che unita alla mancanza di coraggio del governo, non ha permesso allo Stato di evolversi in maniera efficace ed efficiente seguendo i bisogni della popolazione e delle imprese. Questa inefficienza è stata compensata in modo altrettanto inefficace aumentando a dismisura la forza lavoro, portandoci quindi alla situazione di grave deficit pubblico in cui ci troviamo oggi.

Infatti, è inutile negare che la nostra amministrazione non sia più al passo coi tempi: mancano i processi digitali, così come una chiara visione di insieme di compiti e funzioni, mentre certi meccanismi preistorici di scatto salariale automatico, nonché la sicurezza del posto fisso hanno portato alcuni funzionari ad adagiarsi sulla propria sedia, senza sentire più il bisogno di innovare o migliorare la loro situazione lavorativa e dei loro sottoposti. D’altro canto, un recente studio ha dimostrato che il costo del personale in Ticino è del 33% maggiore alla media degli altri Cantoni. A fronte di queste cifre i sindacati hanno ancora il coraggio di sostenere che non vi sia grasso che cola?

Affinché lo Stato torni a dialogare e ad essere complementare all’economia privata, sono ora necessarie delle importanti riforme, al fine di rendere più competitivo, snello, efficiente e vicino ai bisogni del cittadino il nostro apparato amministrativo. Il tutto va affrontato con coraggio e determinazione dal governo e dai partiti in parlamento, senza dare ascolto alle infondate paure e minacce fomentate dalla parte sindacale, che lavora solo nel suo interesse, e non in quello dei dipendenti, che in realtà cercano di fornire un servizio di qualità al cittadino, ma spesso non sono in condizioni di farlo.

Un cambiamento avrà pure dei benefici sui giovani, che saranno incentivati a mettere a disposizione le loro competenze all’amministrazione se remunerati in maniera meritocratica, favorendo gli avanzamenti di carriera in base ai risultati ottenuti. Una maggiore competizione ed efficienza può inoltre avere degli effetti benefici sul tessuto economico, una dinamica che potrebbe quindi fermare la fuga dei giovani oltre Gottardo. Giovani, che, se non cambia la situazione attuale, saranno presto chiamati alla cassa per pagare per tutta la vita debiti miliardari per cui non hanno colpa, e che sono quindi gli unici che oggi dovrebbero essere in piazza a scioperare.