Proteste “pro-Palestina”: la sinistra gioca con i drammi del mondo e con la pazienzadei cittadini

Data di pubblicazione:

Lugano, 7 ottobre 2025


Due anni dopo il 7 ottobre 2023 – il giorno in cui Hamas ha barbaricamente attaccato Israele,
uccidendo civili, prendendo in ostaggio diverse persone e aprendo una ferita che ancora oggi
insanguina il Medio Oriente – assistiamo, purtroppo, a un nuovo spettacolo di ipocrisia politica sulle
nostre strade. Come di consuetudine, la sinistra trasforma un dramma internazionale in uno strumento
di propaganda politica, utilizzandolo per cercare visibilità a scapito della sicurezza e della serenità
della popolazione.

Dai fatti alla degenerazione

Nelle ultime settimane il nostro Paese è infatti stato scosso da numerose manifestazioni “pro
Palestina” avvenute in molte città. Nel mese di giugno, a Zurigo, una manifestazione non autorizzata
si è conclusa con ben undici arresti e diversi danni materiali. Appena pochi giorni fa, le forze di
polizia sono state costrette a intervenire con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, dopo che alcuni
manifestanti hanno appiccato incendi e agito con violenza nei confronti degli agenti presenti.
A Berna, una protesta si è trasformata in uno scontro aperto, con lanci di oggetti e fuochi d’artificio
contro gli agenti di polizia. A Ginevra, oltre 3’000 persone hanno bloccato l’incrocio vicino alla
stazione di Cornavin, dando fuoco a pneumatici, paralizzando il traffico e impedendo a molti cittadini
di rientrare a casa. Anche a Lugano, sono stati registrati forti disagi alla circolazione e una presenza
politica che lascia veramente senza parole.

Un doppio gioco inaccettabile: l’arroganza travestita da solidarietà

È già inaccettabile che le nostre città vengano paralizzate da proteste spesso non autorizzate, che
creano caos, violenza e disagi per la popolazione.
Ma è ancora più grave vedere esponenti di partiti della sinistra in prima fila in questi cortei, proprio
come se l’illegalità fosse un atto virtuoso. Quando coloro che siedono nei consigli comunali o nel
Gran Consiglio partecipano ad azioni simili, viene mandato un messaggio devastante: le leggi
valgono per tutti, tranne che per loro.
Queste situazioni mettono in luce il solito doppio gioco che porta avanti la sinistra: si proclama
paladina della tolleranza e della giustizia, ma nei fatti dimostra l’esatto contrario, un profondo
disprezzo per le regole, per l’ordine pubblico e per ogni forma di rispetto.
Le scene viste nelle nostre città negli ultimi tempi sono un vero e proprio insulto al senso civico dei
cittadini svizzeri. Bloccare strade, disturbare famiglie, aggredire agenti e obbligare la polizia a
intervenire non è libertà d’espressione: è arroganza.
Queste proteste non hanno portato né pace né soluzioni, ma solo caos, fumo e divisione.
Dietro la retorica della solidarietà si cela la solita strategia della sinistra: sfruttare drammi
internazionali per attirare più attenzione possibile, mostrarsi “impegnata” e guadagnare visibilità,
senza però mai offrire nulla di concreto. Insomma: tutto slogan, zero sostanza.

Ordine e rispetto

I Giovani UDC e il Movimento Giovani Leghisti denunciano con forza questa pericolosa deriva. È
dovere delle autorità cantonali e comunali garantire che ogni manifestazione avvenga nel rispetto
della legge, con percorsi concordati e limiti chiari. Coloro che organizzano o partecipano ad eventi
non autorizzati devono risponderne penalmente e/o civilmente. La libertà di manifestare non può
assolutamente trasformarsi nel diritto di paralizzare le città, creare disordine o insultare chi non la
pensa allo stesso modo.
Mettiamo finalmente fine a questa ipocrisia! Chi ha per davvero a cuore la libertà, rispetta le regole
e gli altri. Chi rispetta il popolo, non lo prende in ostaggio per propaganda.
La Svizzera è, e deve rimanere, un Paese di ordine, di rispetto e di equilibrio. Noi non permetteremo
che venga trascinata nel disordine e nell’odio da una sinistra che usa le tragedie del mondo per fare
politica da marciapiede. È tempo di serietà, di fermezza e di rispetto per chi ogni giorno lavora, paga
le tasse e chiede soltanto una cosa: poter vivere in pace, senza doversi fermare davanti all’ennesimo
corteo gridato da chi non ha nulla da proporre.