In Ticino, come nel resto del mondo occidentale, stiamo vivendo tempi confusi e inquietanti. In diverse città, tra cui Bellinzona e Lugano, si sono svolte manifestazioni in cui si bloccano strade, si vandalizzano spazi pubblici e si rovescia la realtà: i “Palestinesi”, tra cui anche i carnefici di Hamas del 7 ottobre 2023, vengono presentati come le uniche vittime. Questa narrazione non si ferma alle piazze. Purtroppo, è penetrata anche nelle nostre scuole, dove una parte del corpo docente sembra aver dimenticato il proprio mandato educativo. Invece di trasmettere le conoscenze previste dai programmi scolastici, alcuni insegnanti si dedicano a
promuovere visioni ideologiche e parziali sul conflitto ediorientale. Non è una novità: da sempre, diversi insegnanti trattano la scuola come uno spazio protetto per fare attivismo politico. Ma oggi
questa tendenza è più evidente che mai. Negli ultimi giorni, genitori preoccupati e studenti disillusi ci hanno segnalato diverse attività che nulla hanno a che vedere con la missione formativa della scuola. I due episodi più emblematici sono:
La lettera del Liceo cantonale Lugano 1
Datata 23 settembre 2025, firmata da diversi insegnanti e indirizzata direttamente agli studenti, la lettera contiene toni fortemente emotivi e politici, denunciando una moltitudine di presunti violazioni da parte di Israele. Inoltre gli insegnanti annunciano l’intenzione di trattare il tema regolarmente in
classe e di organizzare presìdi settimanali all’interno della scuola, aggiungendo, con un tono ambiguo, che “di fronte a fatti tanto intricati, incrociare visioni diverse, talvolta in contrasto tra loro, è un atto obbligato per meglio capire cosa sta succedendo”.
Questa frase si presta a due interpretazioni: o gli insegnanti ammettono di non avere gli strumenti per affrontare il tema, oppure intendono “ampliare” le vedute degli studenti con la loro personale visione, già chiaramente espressa nella lettera. In entrambi i casi, riteniamo inopportuno che il tema venga
trattato a scuola: o per incompetenza, o per parzialità ideologica. La scuola deve essere neutrale, non un megafono politico.
La “Giornata Per La Palestina” in programma il 17 novembre
Attualmente al Liceo di Lugano 1, al Liceo di Lugano 3 e in diverse “Chat” su WhatsApp gli allievi vengono invitati d’iscriversi ad una “giornata autogestita” per la Palestina. Diversi nostri membri, ex studenti dei licei cantonali, conoscono bene la dinamica di queste giornate. I licei si trasformano in “centri sociali”, dove vengono invitati “esperti” solitamente orientati a sinistra e proposte attività di scarso valore formativo. Per molti studenti, l’unica motivazione per approvare le giornate autogestite è la prospettiva di evitare verifiche, lezioni frontali e, spesso, di assentarsi senza conseguenze.
Anche per il 17 novembre, ci risulta che si tenti d’incentivare la partecipazione promettendo che non si farà lezione. Il tema della Palestina diventa così un pretesto: agli studenti poco importerà del contenuto, mentre gli insegnanti potranno fare attivismo politico senza ostacoli. Se la giornata si dovesse tenere, cosa che speriamo non accada, proponiamo agli organizzatori, per
compensare almeno in parte l’impostazione ideologica “pro-Palestina” emersa finora, di invitare un esponente dei Giovani UDC Ticino per offrire un punto di vista alternativo e favorire un dibattito più ampio.
I Giovani UDC Ticino chiedono alle direzioni scolastiche e ai docenti di:
- Rispettare la neutralità politica nelle scuole
- Concentrarsi sull’insegnamento dei contenuti previsti dai programmi scolastici
La scuola deve tornare a essere un luogo di formazione, rigore e responsabilità. Gli allievi hanno diritto a un’educazione seria, pluralista e libera da pressioni ideologiche. I Giovani UDC Ticino continueranno a vigilare affinché questo principio venga rispettato.
Interpellanza cantonale: domande rivolte al Consiglio di Stato
Inoltre, alla luce dei fatti esposti, i Giovani UDC Ticino, tramite i propri esponenti in Gran Consiglio, hanno trasmesso le seguenti domande al Consiglio di Stato, affinché venga fatta piena chiarezza sulla situazione e si intervenga con la necessaria urgenza:
- Il Consiglio di Stato è a conoscenza del contenuto della lettera firmata da docenti del Liceo Cantonale Lugano 1, datata 23 settembre 2025, e delle attività annunciate al suo interno, tra cui la trattazione del conflitto israelo-palestinese durante le lezioni, l’organizzazione di presìdi settimanali e una “Giornata Per La Palestina” all’interno dell’istituto?
- Il Consiglio di Stato ritiene conforme al mandato educativo e al principio di neutralità politica l’utilizzo di canali scolastici ufficiali da parte di docenti per promuovere visioni personali su temi geopolitici e per organizzare iniziative di carattere politico all’interno della scuola?
- Quali misure concrete intende adottare il Consiglio di Stato per garantire il rispetto della neutralità politica all’interno delle scuole pubbliche cantonali, in particolare in relazione a temi di attualità internazionale?
- È previsto un monitoraggio sistematico dei contenuti proposti durante le giornate autogestite e altre attività scolastiche straordinarie, come quella prevista il 17 novembre, al fine di evitare derive ideologiche e assicurare la coerenza con gli obiettivi formativi del sistema scolastico?
- Il Consiglio di Stato intende valutare la sospensione, la riformulazione o una maggiore regolamentazione delle giornate autogestite e di altre attività straordinarie, affinché non si trasformino in strumenti di propaganda politica o attivismo ideologico?
- Quali strumenti e garanzie intende mettere in atto il Consiglio di Stato per tutelare il diritto degli studenti a ricevere un’istruzione imparziale, conforme ai programmi scolastici, libera da pressioni ideologiche e rispettosa del pluralismo?

