Categoria: Comunicato Stampa

  • Doppia maggioranza o niente!

    Doppia maggioranza o niente!

    I Giovani UDC chiedono il referendum obbligatorio con la doppia maggioranza sull’accordo quadro 2.0 con l’UE. In una azione coordinata a livello nazionale in più parlamenti cantonali, tra cui in Ticino, è stata presentata in tal senso delle mozioni.

    I Giovani UDC e l’UDC si battono in prima linea contro il trattato di sottomissione con l’Unione Europea. In una campagna di atti parlamentari coordinati a livello nazionale in vari cantoni, i parlamentari cantonali dei Giovani UDC chiedono ora tramite una mozione che i cantoni si impegnino attivamente presso il Consiglio federale e il Parlamento federale per richiedere la doppia maggioranza (maggioranza popolare e cantonale, referendum obbligatorio). Inoltre, nel caso in cui l’accordo quadro con l’UE fosse sottoposto solo a referendum facoltativo, i cantoni dovrebbero intraprendere tutte le misure legalmente possibili (ad esempio perizie legali, ricorsi, ecc.) per imporre la necessità della maggioranza cantonale e promuovere il referendum ai sensi dell’art. 141 della Costituzione federale e far sì che almeno otto cantoni aderiscano all’iniziativa referendaria. In Ticino la mozione è stata presentata da tutto il gruppo parlamentare dell’UDC Ticino (primo firmatario Alain Bühler).

    La Svizzera è un esempio unico al mondo di libertà e democrazia diretta. Tuttavia, l’accordo quadro 2.0 con l’UE rappresenta un pericoloso trattato di sottomissione: secondo il “Common Understanding”, i giudici dell’UE avrebbero la supremazia sul popolo svizzero, minacciando così la fine della libertà e dei diritti democratici dei cittadini. Per questo motivo, è essenziale che tale accordo venga sottoposto a un referendum obbligatorio, affinché popolo e cantoni abbiano l’ultima parola. Il primo articolo della Costituzione federale è chiaro: “La Confederazione Svizzera è composta dal popolo svizzero e dai cantoni.” È quindi evidente che un accordo così significativo come quello con l’UE richiede la doppia maggioranza di popolo e cantoni”, dichiara Diego Baratti, presidente dei Giovani UDC “È nell’interesse dei cantoni avere voce in capitolo sul futuro legame tra la Svizzera e l’Unione Europea.”

    Anche il professor Andreas Glaser, che non si esprime né a favore né contro l’accordo quadro, conferma la necessità del referendum obbligatorio: “Sulla base di ciò, il Parlamento dovrebbe, a mio parere, sottoporre il nuovo accordo a referendum obbligatorio, poiché è qualitativamente paragonabile all’adesione allo SEE.”

    Il previsto accordo quadro con l’UE 2.0 riguarda il nostro ordinamento statale, la giurisdizione, un collegamento di tutti gli accordi esistenti e futuri (come, ad esempio, nei settori dell’energia elettrica, della sicurezza alimentare e della salute), nonché un “contributo finanziario” miliardario regolare della Svizzera all’UE. Si tratta quindi di un trattato con effetti massicci sulla Svizzera. Tuttavia, la classe politica vuole evitare un voto popolare obbligatorio e aggirare così la maggioranza dei cantoni.

    Ora è necessario che i cantoni si schierino a favore della democrazia diretta e garantiscano la partecipazione democratica e costituzionalmente prevista dei cantoni. Il progressivo collegamento della Svizzera all’UE deve essere impedito a tutti i costi. Se ciò dovesse avvenire attraverso modalità politicamente insostenibili, i cantoni sono chiamati ora ad intervenire e agire.

    Nei prossimi giorni e settimane, diversi rappresentanti dei Giovani UDC presenteranno iniziative simili in vari parlamenti cantonali, come Berna, Vaud, Friburgo, Svitto.

    Ecco il testo presentato in Ticino:

    Per quanto riguarda l’eventuale sottoscrizione di un accordo istituzionale tra la Svizzera e l’Unione Europea, il Consiglio di Stato è incaricato di:

    1. di esercitare pressione sul Consiglio federale e sull’Assemblea federale affinché, in caso di un’eventuale votazione federale, oltre alla maggioranza del Popolo sia richiesta anche la maggioranza dei Cantoni (referendum obbligatorio relativo ai trattati internazionali).
    2. nel caso in cui il decreto federale corrispondente non sia soggetto al referendum obbligatorio sui trattati internazionali, avviare tutte le misure possibili dal punto di vista legale (ad es. pareri legali, ricorsi, ecc.) atti a far rispettare il requisito della maggioranza dei Cantoni
    3. nel caso in cui il decreto federale corrispondente non sia soggetto al referendum obbligatorio, avviare un referendum a nome del Cantone di Ticino ai sensi dell’art. 141 della Costituzione federale e adoperarsi affinché almeno altri sette Cantoni aderiscano al referendum.
  • Respingiamo qualsiasi accusa di diffondere odio e bugie

    Respingiamo qualsiasi accusa di diffondere odio e bugie

    Giovedì scorso, noi, i Giovani UDC Ticino, abbiamo divulgato una presa di posizione contro l’antisemitismo all’interno delle Università, esprimendo il desiderio di non tollerare possibili episodi di questo tipo anche all’interno dell’Università della Svizzera Italiana. Nella nostra dichiarazione, abbiamo affermato, e non siamo gli unici a farlo, che durante le proteste emerge la brutta faccia dell’antisemitismo, portando all’attenzione lo slogan “From the river to the Sea Palestine will be free”, la richiesta di boicottare aziende e università israeliane e la legittimazione degli atti terroristici del 7 ottobre 2023 di Hamas.

    La reazione non si è fatta attendere! Gli oltre 200 commenti al nostro post di giovedì scorso, perlopiù fesserie e insulti, sono stati soltanto l’inizio. Venerdì mattina abbiamo dovuto prendere atto di un comunicato stampa firmato dai Giovani Verdi, la GISO, i Giovani del Centro, i giovani Liberali Radicali, i Verdi Liberali e la Gioventù Comunista, in cui veniamo accusati di ignoranza. Secondo il loro comunicato, le critiche espresse durante le proteste sono di natura antisionista. Il sionismo, l’ideologia che difende il diritto del popolo ebraico all’autodeterminazione, viene poi definito come una forma di razzismo, con riferimento alla Risoluzione ONU 3379 del 1975. Tuttavia, questa risoluzione è stata abrogata nel 1991, per cui il suo contenuto è da considerare fasullo. Come Giovani UDC Ticino, consigliamo quindi ai partiti di verificare meglio i fatti riportati nei comunicati. Inoltre, respingiamo le accuse d’ignoranza nei nostri confronti, chiarendo in che modo durante le proteste pro-palestinesi emerge l’antisemitismo, facendo uso del “Test 3D dell’antisemitismo”, molto diffuso e adottato anche da innumerevoli organizzazioni governative.

    Le 3D dell’antisemitismo sono tre criteri utilizzati per distinguere critica legittima su Israele da critica illegittima e antisemita. Se i criteri vengono infranti, si tratta di antisemitismo.

    1. Due pesi e due misure: Si tratta del caso in cui si criticano solo le politiche di Israele, unico stato ebraico al mondo, ignorando le violazioni dei diritti umani in altri Paesi e da parte di altri attori. L’applicazione di una morale differente nei confronti di Israele e degli ebrei rispetto al resto del mondo discrimina uno specifico gruppo, ed è quindi da considerarsi razzismo, e antisemitismo.

    In questo caso, l’antisemitismo è evidente. Durante le proteste, l’intervento militare di Israele viene criticato e paragonato a un genocidio. È importante ricordare che Israele attualmente cerca ancora di liberare centinaia di ostaggi e si è difesa per oltre 70 anni da attacchi continui da parte di Paesi Arabi, Hamas e Hezbollah, che vogliono l’eliminazione dello Stato e l’uccisione di tutti gli ebrei. L’atto di difesa israeliano viene criticato, ma allo stesso tempo i critici propongono di fornire armi all’Ucraina, che ha il medesimo intento legittimo di difendersi da un aggressore. Come se ciò non bastasse, nel conflitto in Medio Oriente, gli atti terroristici di Hamas, l’aggressore del 7 ottobre 2023, vengono giustificati come atti di liberazione dal presunto oppressore Israele e di anti-colonizzazione, ignorando l’odio delle organizzazioni estremiste che mirano al genocidio del popolo ebraico.

    2. Delegittimazione: Si tratta del caso in cui si nega il diritto all’esistenza di Israele. Ciò discrimina gli ebrei negando il loro diritto all’autodeterminazione come previsto dal diritto internazionale. Dato che ogni discriminazione di un gruppo etnico, religioso, razziale o nazionale è considerata razzismo, la delegittimazione del diritto all’autodeterminazione per il popolo ebraico è da considerarsi antisemitismo.

    Anche in questo caso, l’antisemitismo durante le proteste è evidente. Israele viene accusata di colonizzare illegalmente terre palestinesi, delegittimando completamente la presenza ebraica. In parte la critica può essere giustificabile, ma solitamente non viene fatta alcuna differenziazione, definendo qualsiasi colonizzazione come illegale, ignorando molti trattati internazionali. Inoltre, durante le proteste vengono scandite frasi come “From the River to the Sea Palestine will be free”, che implica l’assenza di uno stato ebraico tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa frase è stata coniata negli anni ’60 dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, che mirava ad eliminare lo stato di Israele e tutti gli ebrei. Desideriamo ricordare che questa organizzazione è responsabile di numerosi attentati contro la popolazione ebraica, incluso quello avvenuto durante le Olimpiadi di Monaco.

    3. Demonizzazione: Si tratta di raffigurare Israele come un’entità malvagia, demoniaca o satanica. Paragoni con la Germania nazista, tra i campi profughi palestinesi e il campo di sterminio di Auschwitz, o tra Gaza e il ghetto di Varsavia, sono tipici esempi riportati nella letteratura.

    La demonizzazione di Israele durante le occupazioni delle università è evidente, dato che durante le proteste lo Stato ebraico viene spesso definito fascista e nazista e accusato di apartheid e genocidio, minimizzando gli atti atroci della Seconda Guerra Mondiale. Queste denominazioni sono assurde, dato che Israele è fin dalla sua nascita nel ’48 l’unica democrazia ed economia stabile in Medio Oriente. Musulmani, arabi e palestinesi sono da sempre parte integrante della società israeliana senza alcuna discriminazione, ricoprendo anche ruoli chiave nel parlamento e nell’esercito, proprio come gli ebrei.

    Si deve quindi concludere che durante le proteste pro-Palestina, anche quelle all’interno delle Università, viene diffuso, consciamente o per ignoranza, parecchia propaganda antisemita. Le proteste e con esse l’antisemitismo vengono promosse attivamente anche dai Giovani Verdi, dalla GISO e dalla Gioventù Comunista.

    Noi, Giovani UDC Ticino, continueremo a combattere contro qualsiasi forma di antisemitismo e invitiamo gli altri partiti di fare altrettanto, opponendosi anche loro alle occupazioni delle università.

  • Diego Baratti eletto alla vicepresidenza dei Giovani UDC Svizzera

    Diego Baratti eletto alla vicepresidenza dei Giovani UDC Svizzera

    THUN – I Giovani UDC Ticino sono lieti di comunicare che il loro attuale presidente cantonale Diego Baratti è stato eletto all’unanimità dai delegati provenienti da tutta la Svizzera come vicepresidente nazionale dei Giovani UDC Svizzera, nel corso della 60° assemblea dei delegati in corso a Thun.

    Diego Baratti, classe 1997, domiciliato a Ponte Capriasca, comune nel quale è attualmente anche Municipale, oltre ad essere da 4 anni presidente dei Giovani UDC Ticino siede già da oltre 6 anni nella direttiva nazionale dei Giovani UDC Svizzera. Laureato in economia aziendale all’università di San Gallo, attualmente lavora come consulente per la comunicazione, e parla perfettamente le tre lingue nazionali. Succede al vodese Sacha Turin, che non ha sollecitato un nuovo mandato. Baratti è il primo ticinese a ricoprire tale carica.

    Nel suo breve discorso d’insediamento, Baratti ha affermato che il suo obbiettivo sarà quello di cercare di far dialogare al meglio le quattro regioni linguistiche con sensibilità differenti all’interno del partito nazionale, con l’ambizione di arrivare ad essere il primo partito giovanile anche in Romandia. Inoltre, Baratti ha ricordato che in generale i “Giovani UDC Svizzera devono puntare a diventare nuovamente un partner politico affidabile all’occhio dei giovani di tutto il paese, portando all’attenzione mediatica temi importanti, proponendo al contempo pure delle soluzioni”.

    Alla testa del partito giovanile nazionale, i oltre 180 delegati presenti a Thun hanno invece eletto Nils Fiechter, 27 anni del canton Berna. Fiechter prenderà la guida come presidente nazionale al posto del basilese David Trachsel, che per motivi personali ha deciso di non sollecitare un ulteriore mandato. Insieme a Fiechter e Baratti siederanno nella direttiva nazionale anche Mattia Mettler in qualità di secondo vicepresidente, Stephanie Gartenmann come segretaria generale, Cyrill Huber come cassiere, Sarah Regez come responsabile strategie, Simon Speck come responsabile campagne nonché Timon Gavallet e Léonard Martin come membri della direttiva.

  • Da Lugano a Zurigo con 15 franchi: allentiamo il divieto di circolazione

    Da Lugano a Zurigo con 15 franchi: allentiamo il divieto di circolazione

    Il rapporto qualità-prezzo del servizio di trasporto pubblico è in discesa. L’incremento dei ritardi sulle tratte, la sovente soppressione di treni e il sovraffollamento delle carrozze sono un problema che tocca un numero crescente di passeggeri e necessita di una soluzione. Inoltre, la galleria di base Alptransit del San Gottardo rimarrà chiusa ai treni passeggeri ancora per diversi mesi a causa dei danni provocati dal deragliamento di un treno merci avvenuto il 10 agosto 2023. La riapertura, inizialmente posticipata più volte, non avverrà prima del mese di settembre 2024. Per giunta non possiamo escludere a priori il ripresentarsi di una simile situazione d’emergenza in futuro.

    Le conseguenze negative sono state molteplici. L’industria turistica ha subito pesanti perdite, con numerosi turisti costretti a cancellare o modificare i propri piani di viaggio. Le attività commerciali lungo la tratta Nord- Sud e nelle città collegate hanno subito danni a causa della diminuzione del flusso di clienti e di merci. I pendolari affrontano gravi disagi nella loro routine quotidiana: oltre al maggior tempo di percorrenza, sono confrontati anche con una diminuzione del 30% dei posti a sedere disponibili e con particolari difficoltà durante le ore di punta, soprattutto il venerdì e la domenica sera. Inoltre, parte del traffico che una volta si spostava su rotaia sceglie ora il transito autostradale, andando a congestionare il traffico sulla A2, con prospettive di traffico devastanti in vista del periodo di vacanze pasquale ed estivo, dove la tratta risulta già sufficientemente sollecitata.

    Un’alternativa alla situazione attuale del traffico passeggeri Nord-Sud ci sarebbe: allargare la concessione per il trasporto di persone regolare anche ad altre aziende oltre alle FFS. La proposta, elaborata dai Giovani del Centro, ma subito sposata anche dai Giovani UDC, permetterebbe di sgravare gli assi di trasporto principali tra il Nord e il Sud della Svizzera.

    I Giovani del Centro, d’intesa con i Giovani UDC, chiedono al Consiglio Federale attraverso un’interpellanza depositata al Consiglio agli Stati da Fabio Regazzi, e firmata anche da Marco Chiesa, di estendere la concessione per il traffico a lunga distanza sulla tratta Lugano-Zurigo anche ad altri attori della mobilità oltre alle FFS, rendendo di fatto più attrattiva l’offerta per chi viaggia tra Nord e Sud.

    I vantaggi sono molti: oltre al prezzo più basso, per chi continuerà a viaggiare in treno ci saranno più posti liberi. Per chi viaggia in automobile, diminuirebbero i tempi d’attesa ai portali autostradali. La proposta risulta vantaggiosa anche da un profilo ambientale, dato che le emissioni di CO2 per persona che viaggia in bus sono di poco superiori a quelle di un viaggio in treno e molto inferiori all’automobile. Inoltre, questa soluzione permetterebbe di avere un maggiore stimolo per le FFS a mantenere una qualità del servizio più elevata.

    Invece di penalizzare sempre di più chi utilizza l’automobile, è ora che si renda il servizio di trasporti alternativi più attrattivo.

    Giovani UDC e Giovani del Centro

    Scarica qui il testo dell’interpellanza

  • Gli unici che dovrebbero scendere in piazza oggi sono i giovani!

    Gli unici che dovrebbero scendere in piazza oggi sono i giovani!

    I Giovani UDC Ticino criticano con fermezza lo sciopero odierno dei dipendenti statali orchestrato dai sindacati, colpevoli d’alimentare le paure dei lavoratori pubblici, ostacolando l’obbiettivo costituzionale del pareggio di bilancio e del Decreto Morisoli approvato dal popolo, scaricando i costi dei ormai abituali deficit sui giovani.

    Lo sciopero odierno non ha come scopo la difesa degli interessi dei dipendenti pubblici, quanto più l’affermazione politica, sempre più in affanno, di un movimento sindacale sempre più ostruzionista, quasi a voler comprovare a loro stessi l’esistenza.

    Ma la situazione drastica delle finanze del Canton Ticino è anche colpa loro: infatti, la loro politica, fatta di minacce e terrore – ricordiamo la campagna contro il Decreto Morisoli che graficamente indicava anziani non più oggetto di cure e altre amenità di questo tenore – , ha portato all’immobilismo nell’amministrazione cantonale, che unita alla mancanza di coraggio del governo, non ha permesso allo Stato di evolversi in maniera efficace ed efficiente seguendo i bisogni della popolazione e delle imprese. Questa inefficienza è stata compensata in modo altrettanto inefficace aumentando a dismisura la forza lavoro, portandoci quindi alla situazione di grave deficit pubblico in cui ci troviamo oggi.

    Infatti, è inutile negare che la nostra amministrazione non sia più al passo coi tempi: mancano i processi digitali, così come una chiara visione di insieme di compiti e funzioni, mentre certi meccanismi preistorici di scatto salariale automatico, nonché la sicurezza del posto fisso hanno portato alcuni funzionari ad adagiarsi sulla propria sedia, senza sentire più il bisogno di innovare o migliorare la loro situazione lavorativa e dei loro sottoposti. D’altro canto, un recente studio ha dimostrato che il costo del personale in Ticino è del 33% maggiore alla media degli altri Cantoni. A fronte di queste cifre i sindacati hanno ancora il coraggio di sostenere che non vi sia grasso che cola?

    Affinché lo Stato torni a dialogare e ad essere complementare all’economia privata, sono ora necessarie delle importanti riforme, al fine di rendere più competitivo, snello, efficiente e vicino ai bisogni del cittadino il nostro apparato amministrativo. Il tutto va affrontato con coraggio e determinazione dal governo e dai partiti in parlamento, senza dare ascolto alle infondate paure e minacce fomentate dalla parte sindacale, che lavora solo nel suo interesse, e non in quello dei dipendenti, che in realtà cercano di fornire un servizio di qualità al cittadino, ma spesso non sono in condizioni di farlo.

    Un cambiamento avrà pure dei benefici sui giovani, che saranno incentivati a mettere a disposizione le loro competenze all’amministrazione se remunerati in maniera meritocratica, favorendo gli avanzamenti di carriera in base ai risultati ottenuti. Una maggiore competizione ed efficienza può inoltre avere degli effetti benefici sul tessuto economico, una dinamica che potrebbe quindi fermare la fuga dei giovani oltre Gottardo. Giovani, che, se non cambia la situazione attuale, saranno presto chiamati alla cassa per pagare per tutta la vita debiti miliardari per cui non hanno colpa, e che sono quindi gli unici che oggi dovrebbero essere in piazza a scioperare.

  • NON DISTRIBUITE QUELL’AGENDA!

    NON DISTRIBUITE QUELL’AGENDA!

    Lettera aperta dei Giovani UDC ai Municipi ticinesi

    Egregi sindaci,

    Egregi Municipali,

    Ancora una volta i contenuti dell’agenda scolastica proposta dal DECS infiamma la fine dell’estate della politica e dei media, e per una giusta ragione. Infatti, per il quarto anno di fila, l’agenda presenta dei chiari contenuti di propaganda, presentando nuovamente delle tematiche complesse ed articolate senza il dovuto approfondimento, come se ci fosse un’unica verità e sensibilità. Riteniamo che questa sia una mossa scorretta da parte dell’ente pubblico, con l’unico scopo di influenzare la formazione del pensiero dei nostri ragazzi, facilmente condizionabili in così giovane età.

    È da oramai diversi anni che, come Giovani UDC, denunciamo questo comportamento propagandistico del DECS, ma con l’agenda di quest’anno, vista la banalità con cui queste tematiche sensibili vengono trattate, si è davvero andati oltre ogni limite.

    Pertanto, con la presente, vi chiediamo di voler seguire il coraggioso esempio del Comune di Tresa e dei comuni come Ponte Capriasca, Caslano, Vacallo e Chiasso che ne stanno discutendo, e di fermare la diffusione dell’agenda negli istituti scolastici sul vostro territorio comunale.

    Solo in questo modo si potrà dare un chiaro messaggio al Dipartimento dell’Educazione, affinché cessi una volta per tutte questi goffi tentativi di indottrinamento nei confronti dei nostri bambini, che meritano di meglio come istruzione: una istruzione che insegni ad approfondire, ad essere curiosi, e non ad accettare le imposizioni di qualche funzionario troppo ideologico di Bellinzona.

    Vi ringraziamo per il vostro tempo e la vostra integrità,

    Cordialmente,

    I Giovani UDC Ticino

  • Ecco i GUDC per le Federali!

    Ecco i GUDC per le Federali!

    I Giovani UDC Ticino, riuniti in comitato sabato a Viganello, hanno approvato all’unanimità la lista dei candidati per le prossime elezioni federali. Sulla lista figurano tre donne e cinque uomini, in rappresentanza di quasi tutti i distretti del nostro Cantone.

    Ecco i nominativi dei candidati approvati dal Comitato Cantonale:

    • Gil Canevascini, classe 1999, di Novazzano
    • Anastassiya Fellmann, classe 2005, di Lugano
    • Stefano Gambazzi, classe 1998, Lugano
    • Nicolò Ghielmini, classe 1999, di Lugano
    • Daniel Grumelli, classe 1996, Bioggio
    • Idil Kopkin, classe 1990, di Canobbio
    • Aline Prada, classe 2002, di Castel San Pietro
    • Siro Rigamonti, classe 1997, di Giornico

    “L’obbiettivo della nostra lista” ha ricordato il presidente dei Giovani UDC Ticino, Diego Baratti, “sarà quello di riaffermarsi sul risultato di 4 anni fa, portando un contributo concreto al nostro partito madre per la riconquista del terzo seggio di area”.

    La campagna federale sarà per tutti i cantoni a livello svizzero all’insegna dello slogan “Riprendiamoci la Svizzera”. Questo perché La Svizzera non è più la Svizzera. La classe politica ce l’ha portata via. Una maggioranza politica composta dal PLR, dal Centro, dai Verdi Liberali, dal PS e dai Verdi è responsabile dell’abbandono della nostra neutralità, del fallimento della strategia energetica, dell’immigrazione di massa incontrollata, nonché del caos dell’asilo che si sta nuovamente scatenando.

    I Giovani UDC Ticino hanno poi preso posizione sui temi in votazione a livello federale e cantonale il prossimo 18 giugno, esprimendosi a favore della imposizione minima OCSE e contro la pericolosa legge sull’energia e all’oramai inutile legge Covid. A livello cantonale, i membri del comitato cantonale hanno poi votato a favore della apertura domenicale e alla modifica della legge tributaria per la deducibilità dei premi di cassa malati per i figli.

  • Grave fatto di propaganda al liceo di Mendrisio!

    Grave fatto di propaganda al liceo di Mendrisio!

    Oggi, in data mercoledì 15.03.2023, al liceo cantonale di Mendrisio si è verificato un grave fatto di propaganda sindacale all’interno del sedime: durante la pausa del mattino, alcuni docenti, dopo aver appeso uno striscione nell’atrio (con la scritta “-40% di dignità”), hanno preso parola con il microfono, urlando a gran voce slogan sindacali di propaganda, con il chiaro intendo di influenzare l’opinione degli studenti sul tema legato alla riduzione del tasso di conversione. Mentre ciò accadeva, altri docenti erano in giro per l’atrio del liceo a distribuire materiale propagandistico sul tema: uno scritto anonimo con la rivendicazione di non si sa bene quali docenti, e un documento con alcune osservazioni del gruppo “ErreDiPi”.

    I dipendenti pubblici hanno ovviamente tutto il diritto di manifestare e reclamare per le tematiche a loro care, ma è inaccettabile che lo fanno all’interno della scuola durante l’orario scolastico: in un ambiente che dovrebbe sviluppare lo spirito critico degli allievi, dando spazio egualmente a tutte le parti. È inaccettabile che i docenti (con il bene placito dei direttori) utilizzano la scuola per veicolare i propri messaggi politici.

    Purtroppo, non è il primo caso di propaganda a senso unico che accade all’interno del Liceo di Mendrisio: durante i mesi di ottobre e dicembre, infatti, sul sedime scolastico era presente la mostra “noi gender”, che portava avanti un certo discorso legato alla cultura woke, che vuole insegnare ai nostri ragazzi come parlare, scrivere e pensare, ancora una volta senza dare voce nessuna controparte critica sul tema.

    Chiediamo con forza alla direzione di impedire questi comportamenti scorretti da parte dei docenti e di astenersi da qualsiasi presa di posizione politica durante gli orari scolastici, e al DECS di intervenire, sanzionando i docenti coinvolti.

    Giovani UDC Ticino

  • “Uno sconto agli esenti”: I Giovani UDC contro la proposta dei Giovani del Centro!

    “Uno sconto agli esenti”: I Giovani UDC contro la proposta dei Giovani del Centro!

    I Giovani UDC Ticino prendono atto con scetticismo dell’iniziativa parlamentare lanciata in pompa magna oggi dai Giovani del Centro, che hanno chiesto un assegno fiscale del valore della metà delle imposte cantonali pagate nell’arco di 5 anni per i giovani formati che scelgono di rientrare a lavorare in Ticino.

    “Si tratterebbe di uno sconto agli esenti” così Diego Baratti, presidente dei Giovani UDC, critico verso la proposta che verrà presto discussa anche in parlamento “Si andrebbero a rimborsare tramite assegno i giovani che tornerebbero per guadagnare degli stipendi sotto i 3000 CHF, e che hanno quindi un imponibile già bassissimo”. Una proposta del genere andrebbe nella direzione opposta a quella auspicata dai Giovani del Centro: verso una istituzionalizzazione del working poors, creando così tramite lo sconto fiscale un motivo ulteriore per giustificare i salari bassi per i giovani.

    Secondo i Giovani UDC, per invogliare i giovani a tornare a lavorare nel nostro Cantone c’è solo una via, ed è quella di permettere a chi vuole lavorare di lavorare con degli stipendi adeguati, e lo stato deve creare le condizioni quadro affinché chi crea lavoro non sia ostacolato, agendo contro la burocrazia che soffoca i cittadini e i giovani che vogliono fare impresa. Inoltre, occorrerebbe rendere la manodopera frontaliera a basso costo meno attrattiva, andando finalmente ad applicare il concetto di preferenza indigena. Solo in questo modo il Ticino potrà ritornare ad essere un cantone dove i giovani possono lavorare, vivere, realizzare i propri sogni e creare una famiglia.

  • Alain Berset deve dimettersi!

    Alain Berset deve dimettersi!

    Dopo gli ultimi scandali: i Giovani UDC chiedono le dimissioni del Consigliere Federale

    Come rivelato da “Schweiz am Wochenende”, il capo della comunicazione del consigliere federale socialista Alain Berset avrebbe deliberatamente trasmesso indiscrezioni a Ringier per un lungo periodo di tempo. Non si trattava solo di pilotare la copertura legata al coronavirus. Come riporta “CH Media” oggi, lunedì 16 gennaio, il dipartimento di Alain Berset è addirittura sospettato di aver collaborato con il “Blick” per destabilizzare il suo collega del Consiglio Federale Ignazio Cassis. Ora il vaso è finalmente traboccato. Alain Berset ha perso irrimediabilmente la sua affidabilità come Consigliere Federale.

    Nell’interesse del Paese, i Giovani UDC inivato Alain Berset a dimettersi dalla carica di Consigliere Federale. La dittatura del coronavirus, lo scandalo amoroso a spese dei contribuenti, la vicenda dell’aereo, l’uso improprio dell’auto di servizio, la smentita delle false affermazioni sul certificato Covid: è giunto il momento di rispondere degli abusi di potere commessi e di spianare la strada al ripristino della fiducia nell’ufficio del Consigliere Federale.

    I procedimenti in corso per le indiscrezioni illegali devono essere portati avanti a pieno ritmo. In particolare, deve essere chiarito se la divulgazione anticipata di informazioni altamente sensibili abbia portato anche a un arricchimento monetario delle persone coinvolte. Il portare “Inside Paradeplatz” si chiede giustamente se, con le informazioni relative all’accordo di acquisto di 100 milioni di vaccini non siano state rilevate a Ringier informazioni rielevanti al fine di influenzare i prezzi di mercato.

    La magistratura ha ora il dovere di perseguire con coerenza le possibili violazioni penali. Infatti, la legge è uguale per tutti, anche per un Consigliere Federale.