Categoria: Votazioni

  • Le persone libere mostrano il viso!

    Le persone libere mostrano il viso!

    C’è chi potrebbe storcere il naso vedendo che, in un periodo dove siamo tutti costretti a girare con una mascherina a coprirci bocca e naso, si vada a votare su un’iniziativa per il divieto di dissimulare il viso. A parte il fatto che l’iniziativa stessa prevede delle eccezioni per motivi di salute, c’è però una sostanziale differenza: l’obbligo imposto dallo Stato di indossare le maschere è limitato nel tempo ed è giustificato da una pandemia e da una politica sanitaria, obbligo che rimarrà chiaramente ancora possibile in futuro anche se l’iniziativa dovesse venire approvata. Invece, la dissimulazione del viso con il velo islamico integrale (come burqa e niqab) non ha alcun motivo di protezione per la società. Al contrario, esso è un chiaro simbolo di oppressione della donna che fa a pugni con l’uguaglianza dei sessi e che impedisce alle donne che lo indossano di integrarsi nella nostra società. Inoltre, coloro che si coprono il volto per attaccare altre persone senza essere scoperti o per danneggiare la proprietà altrui (estremisti, vandali e teppisti) agiscono addirittura in modo pericoloso, oltre che codardo.

    In uno stato democratico come la Svizzera, le persone (uomini e donne che siano) si guardano in faccia quando si parlano, questo perché anche la nostra espressione facciale è un mezzo di comunicazione importante. L’emergenza sanitaria ci ha imposto una parziale copertura del nostro viso, complicando non di poco la nostra vita di tutti i giorni: spesso facciamo fatica a riconoscere i nostri amici e colleghi, a parlare con loro, oppure non riconosciamo se stanno sorridendo o se invece sono arrabbiati, non ne riconosciamo le emozioni. Per questo sono convinto che la maggioranza di noi sarà sollevata al pensiero di lasciare a casa la mascherina una volta che la pandemia sarà alle nostre spalle, sentendoci quasi di aver riacquistato un pezzetto della nostra libertà.

    Libertà. Questo è il concetto chiave. In un paese libero come il nostro, nessuno dovrebbe essere costretto a coprirsi il volto (se non appunto per eccezioni mediche e climatiche con durata limitata). Le persone libere mostrano il viso, per comunicare, per ridere, per piangere, per arrabbiarsi, per condividere la gioia o il dolore, e, per farla breve, per vivere. Queste libertà sono invece proibite alle donne che indossano il burqa e il niqab. Spesso queste donne sono obbligate dai loro mariti o dalla loro famiglia ad indossare questi indumenti, che alla fine risultano essere quasi delle prigioni di stoffa più che dei vestiti, e che negano alle donne il diritto di vivere come pari nella nostra società, rendono impossibile interpretare i loro gesti e le loro espressioni facciali.

    Il divieto di dissimulare il viso non è quindi un codice di abbigliamento, ma libera le donne dall’umiliazione e dall’oppressione, e in certi paesi potrebbe pure essere visto come un simbolo di autodeterminazione della donna. Infatti, in Iran o Arabia Saudita, le donne che scelgono liberamente di togliersi il velo, rischiano addirittura la prigione e spesso pure la tortura. Evidentemente tutte queste cose non hanno nulla a che vedere con la religione, ma è un aspetto culturale. E nella nostra cultura, di uomini e donne liberi, questo tipo di sottomissione non deve venire imposto a nessuno, né tantomeno venir tollerato.

    Diego Baratti

    Presidente Giovani UDC

    Candidato al Municipio di Ponte Capriasca

  • Noi, i giovani contrari alle imprese “responsabili”

    Noi, i giovani contrari alle imprese “responsabili”

    Il 29 novembre il popolo svizzero sarà chiamato a votare per una arlecchinesca iniziativa per “responsabilizzare” le imprese svizzere all’estero. Questo progetto, al contrario di quello che ci vogliono far credere con i manifesti pubblicitari, mira a danneggiare le Piccole e Medie Imprese e l’economia svizzera nel complesso.

    A noi come Giovani UDC quest’iniziativa non piace, per svariati motivi: il nostro bellissimo paese non deve diventare il tribunale delle nazioni che non riescono a gestire le imprese straniere sul loro territorio, con leggi e controlli. Come tutti sanno, contrariamente a ciò che si dice, le aziende svizzere in molti casi, creano stabilità, offrono posti di lavoro e delle possibilità di formazione in regioni poco sicure e in via di sviluppo.

    Essendo che le PMI costituiscono il 99% delle aziende svizzere, quest’iniziativa penalizzerebbe di gran lunga la nostra economia, rischiando di far trasferire all’estero queste società. Infatti, questo progetto non danneggerebbe soltanto le multinazionali, come leggiamo su tutti i giornali, bensì verrebbero intaccate principalmente le imprese più piccole, a causa della concorrenza con altre aziende straniere. Le PMI sono la spina dorsale, la colonna portante del nostro paese, e perderle sarebbe un problema per le entrate e per gli impieghi in Svizzera. In futuro, noi giovani, non vorremo vivere in un paese dove trovare lavoro è impossibile, bensì in un paese rigoglioso e godendo delle stesse possibilità che hanno avuto i nostri genitori prima di noi.

    Con questa iniziativa la sinistra riesce a ricevere consensi soltanto perché tocca il cuore delle persone con immagini di distruzione, inquinamento e ingiustizie. Però non tutti sanno che esisterebbe un contro-progetto per aiutare queste popolazioni, con idee fondate su principi che funzionano veramente, senza però distruggere l’economia svizzera. Inoltre, ammettendo di togliere tutte le aziende dal panorama africano, comunque ci sarebbero altre aziende straniere ad occuparne il territorio e le risorse. Il problema è globale, e come tale deve essere risolto. La Svizzera da sola non può cambiare le cose.

    Ecco perché noi, Giovani UDC, invitiamo a votare un massiccio NO a questa iniziativa “strappa-lacrime”, per evitare che il futuro di noi giovani venga compromesso e il benessere della Svizzera distrutto.

    Christian Mangiacavalli e Jacopo Strahm

    Giovani UDC Ticino

  • Legge sul CO2: è incominicata la raccolta firme!

    Legge sul CO2: è incominicata la raccolta firme!

    RESTIAMO RAGIONEVOLI!

    La raccolta firme contro la legge antisociale sul C02 è cominciata! Firmate ora il referendum su www.restiamo-ragionevoli.ch

    Ecco perché i Giovani UDC sostengono il referendum:

    I Giovani UDC Ticino respingono fortemente la nuova legge sul CO2, che invece di migliorare la situazione del surriscaldamento climatico nel mondo, andrà unicamente a pesare sulle tasche del cittadino medio svizzero. Le tasse sui biglietti aerei, l’aumento delle tasse sulla benzina e sul gasolio da riscaldamento sono uno schiaffo per ogni contribuente che lavora duramente, soprattutto in questo periodo di crisi economica causata dal coronavirus. I Giovani UDC Ticino sosterranno quindi il referendum contro una delle leggi più inutili degli ultimi anni. La soluzione al problema del cambiamento climatico non sono le tasse e gli oneri, ma l’innovazione e la ricerca all’avanguardia. Noi vogliamo auto senza benzina piuttosto che auto con benzina troppo cara!

    Con la revisione della legge sul CO2, il Parlamento vuole attaccare nuovamente i portafogli della popolazione e dell’economia. Oltre ad una sovrattassa sulla benzina di 12 centesimi al litro (che, con l’esenzione fiscale per il biocarburante e i 4 centesimi per il FOSTRA decisa in precedenza, equivale a un aumento di fatto del prezzo della benzina di 20 centesimi al litro), i politici rosso-verdi insieme a PPD e PLR vogliono spennare ulteriormente il cittadino con bassi limiti per le emissioni di CO2 degli impianti di riscaldamento, l’aumento di fatto del prezzo del gasolio da riscaldamento di 27 centesimi al litro e una tassa sul biglietto aereo completamente inutile e antisociale. Riscaldarsi, recarsi al lavoro, viaggiare. Tutto sarà più caro per il cittadino medio, senza però nessuna possibilità di raggiungere l’obbiettivo prefissato dalla legge di dimezzare le emissioni di C02 entro il 2030, soprattutto se la popolazione Svizzera raggiungerà i 10 milioni di abitanti entro quella data!

    Per ridurre di poco o niente il 0,1% di emissioni globali che la Svizzera produce, passeremo tutti alla cassa, arrivando a pagare fino a 1500 CHF all’anno in più a causa di questa nuova legge antisociale. È urgente, quindi, un referendum contro questo attacco frontale contro il ceto medio e soprattutto contro le persone più povere che vivono, per esempio, nelle regioni periferiche. I Giovani UDC da anni conducono una campagna a favore di tasse e imposte più basse. Manterremo quindi questa promessa fatta alla popolazione e all’economia sostenendo attivamente l’UDC nella raccolta di firme e nella conseguente campagna referendaria.

    FIRMA ORA IL REFERENDUM!

  • Difendiamo il nostro futuro, votiamo GUDC!

    Difendiamo il nostro futuro, votiamo GUDC!

    Discorso elettorale di Diego Baratti, vicepresidente Giovani UDC Ticino, al congresso Elettorale UDC di Ascona.

     

    Negli ultimi tempi in diversi mi hanno chiesto come mai come giovane io abbia deciso di mettermi in gioco in politica. Molte le critiche, soprattutto quando dico che sono candidato per l’UDC. “Ma proprio con quelli li dovevi metterti?”, “Ah ma allora tu sei razzista!” questi due dei commenti più frequenti, che sicuramente avrete sentito dirvi anche voi. Già per un giovane è difficile interessarsi alla cosa pubblica, figuriamoci se viene continuamente apostrofato in questo modo dà molta gente.

    Ma io non mollo. Daniel Grumelli, Davide Piatti, Idil Kopkin, Antonio Leucci, Leo Valsangiacomo, Simone Orlandi, Raide Bassi e Tiziano Sala non mollano. Noi giovani UDC non molliamo. Questo perché come giovani siamo consapevoli che ciò abbiamo in Svizzera è tutt’altro che scontato. Ogni generazione prima di noi ha dovuto continuamente combattere per difendere il nostro benessere, la nostra sicurezza, le nostre tradizioni e la nostra indipendenza.

    Ora è giunto il nostro momento di scendere in campo e batterci per ciò che ci è più caro, vale a dire la nostra patria, i nostri diritti, il nostro futuro.

    La Svizzera è sinonimo di benessere, prosperità e sicurezza. Tutti fattori che oggi più che mai sono a rischio a causa del comportamento irresponsabile dei nostri rappresentanti a Berna, che preferiscono difendere i loro meri interessi e non quelli del popolo. La Svizzera come la conosciamo oggi è destinata a sparire, se non interveniamo pretendendo un chiaro cambiamento di rotta.

    Il futuro di noi giovani è in pericolo, e dobbiamo difenderlo dai nostri nemici esterni ed interni, affinché anche la mia generazione, la nostra generazione e tutte quelle future possano ancora lavorare, vivere, sperare e creare famiglia nel nostro paese.

    DIFENDIAMO IL NOSTRO FUTURO! VOTIAMO GIOVANI UDC!

     

    Diego Baratti

    Vicepresidente Giovani UDC

    Candidato al Consiglio Nazionale

  • L’erosione delle democrazia continua!

    L’erosione delle democrazia continua!

    I Giovani UDC Svizzera, come forza motrice del comitato borghese “No alla riforma fiscale e al finanziamento AVS”, sono molto spaventati dall’odierno SI alla RFFA. Chiediamo di porre immediatamente fine all’idea di confondere i cittadini presentando in votazione due temi non collegati tra loro unicamente per ottenere la maggioranza. La possibilità dell’espressione fedele del voto deve essere garantita per tutte le prossime votazioni.

    I Giovani UDC sottolineano che la decisione odierna riguardante l’AVS non avrà un effetto duraturo. Una vera riforma dell’AVS, non a scapito dei giovani, deve essere presentata con urgenza. Invitiamo pertanto entrambi i Consigli a sviluppare una riforma strutturale dell’AVS e ad assumersi le proprie responsabilità.

    I Giovani UDC sono inoltre preoccupati anche per quel che concerne la libertà delle cittadine e dei cittadini svizzeri. Sebbene la minaccia dell’uscita di Schengen fosse del tutto bizzarra e fuori luogo, poiché la decisione sulla proroga dell’accordo è una decisione politica e non giuridica e l’UE ha tutto l’interesse a che la Svizzera rimanga nello spazio Schengen, i sostenitori sono riusciti a convincere i cittadini ad accettare la modifica sulla legge sulle armi.

    Questo rompe il nostro ordine sociale liberale. Gli abitanti rispettosi della legge continuano ad essere perseguitati, mentre a livello di commercio illegale d’armi rimarrà tutto come prima. I Giovani UDC Svizzera continueranno a lottare con coerenza e determinazione anche in futuro contro un ulteriore inasprimento della legislazione sulle armi e a qualsiasi intromissione dell’Unione Europea nel diritto svizzero.

     

     

  • La superficialità di una rifroma per accontentare tutti

    La superficialità di una rifroma per accontentare tutti

    Il prossimo 19 maggio saremo chiamati ad esprimerci sulla Riforma Fiscale e Sociale, anche nota come RFFA. Se da una parte la sinistra vi si oppone criticando la parte fiscale, dall’altra alcuni giovani di destra (principalmente UDC e PLR) combattono contro la parte sociale, messa lì per far contenti i deputati socialisti in parlamento, ma che in realtà non porta a nessun miglioramento a lungo termine dell’AVS.

    Infatti, l’AVS si trova in grande difficoltà, ma il nostro Consiglio federale ed il Parlamento, invece di lavorare ad una riforma strutturale e completamente diversa, preferiscono aggirare il problema con delle non-soluzioni, spostando di qualche anno l’oramai inevitabile fine della cassa pensioni, per poi trasmettere il problema alle generazioni future. Ed intanto siamo ancora noi a dover passare alla cassa, senza nessuna garanzia di avere a nostra volta una rendita sufficiente una volta che saremo in pensione. È giunto il momento che il governo ed il Parlamento si assumano le proprie responsabilità e comincino a parlare davvero dell’AVS. Fino ad allora, tutte queste semi-riforme sono solo controproducenti, mentre ancora una volta il costo di questa tergiversazione politica ricade sulle spalle delle generazioni future, cioè su noi giovani.

    Ma non è questa l’unica motivazione per votare il 19 maggio no alla RFFA: la riforma viola infatti chiaramente il principio costituzionale dell’unità della materia, che prevede che due temi diversi da loro non possano essere discussi ed approvati con una sola votazione in parlamento. Pensate al precedente giuridico pericoloso che si creasse qualora si permettesse di far passare in votazione due temi così diversi: in futuro magari ci potrebbe venir chiesto di votare il dimezzamento del canone radiotelevisivo assieme magari al credito di finanziamento per dei nuovi aerei da combattimento, per dare un contentino sia all’elettorato di destra che quello di sinistra, mettendo in serio pericolo la nostra democrazia.

    Concludendo la riforma fiscale sociale è una riforma debole, che viola chiaramente l’unità della materia e che non risolve il problema delle casse pensioni, ma lo sposta solo in là di qualche anno, con le conseguenze che graveranno nuovamente sulle spalle di noi giovani. Mandiamo un chiaro segnale alla nostra politica: no alle semi riforme, si ad una AVS forte e il 19 maggio No alla RFFA!

     

    Diego Baratti

    Vicepresidente Giovani UDC Ticino

    Membro del Comitato Borghese “No alla RFFA”