Categoria: Comunicato Stampa

  • Legge sul CO2: i Giovani UDC sostengono il referendum

    Legge sul CO2: i Giovani UDC sostengono il referendum

    I Giovani UDC Ticino respingono fortemente la nuova legge sul CO2, che invece di migliorare la situazione del surriscaldamento climatico nel mondo, andrà unicamente a pesare sulle tasche del cittadino medio svizzero. Le tasse sui biglietti aerei, l’aumento delle tasse sulla benzina e sul gasolio da riscaldamento sono uno schiaffo per ogni contribuente che lavora duramente, soprattutto in questo periodo di crisi economica causata dal coronavirus. I Giovani UDC Ticino sosterranno quindi il referendum contro una delle leggi più inutili degli ultimi anni. La soluzione al problema del cambiamento climatico non sono le tasse e gli oneri, ma l’innovazione e la ricerca all’avanguardia. Noi vogliamo auto senza benzina piuttosto che auto con benzina troppo cara!

    Con la revisione della legge sul CO2, il Parlamento vuole attaccare nuovamente i portafogli della popolazione e dell’economia. Oltre ad una sovrattassa sulla benzina di 12 centesimi al litro (che, con l’esenzione fiscale per il biocarburante e i 4 centesimi per il FOSTRA decisa in precedenza, equivale a un aumento di fatto del prezzo della benzina di 20 centesimi al litro), i politici rosso-verdi insieme a PPD e PLR vogliono spennare ulteriormente il cittadino con bassi limiti per le emissioni di CO2 degli impianti di riscaldamento, l’aumento di fatto del prezzo del gasolio da riscaldamento di 27 centesimi al litro e una tassa sul biglietto aereo completamente inutile e antisociale. Riscaldarsi, recarsi al lavoro, viaggiare. Tutto sarà più caro per il cittadino medio, senza però nessuna possibilità di raggiungere l’obbiettivo prefissato dalla legge di dimezzare le emissioni di C02 entro il 2030, soprattutto se la popolazione Svizzera raggiungerà i 10 milioni di abitanti entro quella data!

    Per ridurre di poco o niente il 0,1% di emissioni globali che la Svizzera produce, passeremo tutti alla cassa, arrivando a pagare fino a 1500 CHF all’anno in più a causa di questa nuova legge antisociale. È urgente, quindi, un referendum contro questo attacco frontale contro il ceto medio e soprattutto contro le persone più povere che vivono, per esempio, nelle regioni periferiche. I Giovani UDC da anni conducono una campagna a favore di tasse e imposte più basse. Manterremo quindi questa promessa fatta alla popolazione e all’economia sostenendo attivamente l’UDC nella raccolta di firme e nella conseguente campagna referendaria.

    NO alla legge antisociale sul CO2!

  • Lettera aperta al CdS: Ritirate quelle agende dalle scuole!

    Lettera aperta al CdS: Ritirate quelle agende dalle scuole!

    Al Consiglio di Stato della repubblica e cantone Ticino,

     

    Alla luce della tanto attesa riapertura delle scuole, abbiamo riscontrato un evidente mancanza di imparzialità e neutralità per quanto riguarda il nuovo diario cantonale della Svizzera Italiana. È evidente che quest’ultimo sia stato sfruttato per fare propaganda a favore di determinate sfere politiche e ideologiche, sapendo benissimo che la maggior parte degli studenti sarebbe entrato in possesso di una copia all’inizio dell’anno scolastico. Nello specifico, si tratta di promuovere le azioni di attivismo climatico di personaggi come, ad esempio, Greta Thunberg e di mettertene in cattiva luce altri, come ad esempio Donald J. Trump, utilizzando citazioni senza una contestualizzazione chiara ed esauriente.

    Secondo noi il messaggio è chiaro e oltretutto palese: il DECS e il suo rispettivo direttore hanno tentato ancora una volta di utilizzare la scuola pubblica ticinese per fare propaganda di ideologie appartenenti ad un’unica e sola sfera politica, ossia quella della sinistra, in netto contrasto con l’art. 2 (b) della Legge Cantonale sulla Scuola: “la scuola sviluppa il senso di responsabilità ed educa alla pace, al rispetto dell’ambiente e agli ideali democratici”. Si nota pure una contrapposizione con l’art.23a (4) per quanto riguarda l’educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia che sancisce che “Il principio della neutralità dell’insegnamento deve essere garantito”.

    La scuola in quanto tale dovrebbe formare e sviluppare il senso civico e critico degli studenti, presentando in maniera chiara e imparziale tutte le posizioni di sinistra, centro e destra. Riteniamo sia giusto tematizzare argomenti di attualità come il clima, ma occorre farlo con la giusta ponderazione, attraverso un percorso in cui tutti gli attori politici possano avere l’opportunità di esprimersi, e non tramite un’agenda scolastica propagandistica che cerca di influenzare tramite slogan sensazionalistici la malleabile mente dei più giovani.

    Alla luce di quanto sopra esposto, chiediamo che il Consiglio di Stato si attivi per ritirare dalla circolazione e dal possesso degli studenti tutte le copie stampate dell’agenda cantonale della Svizzera Italiana 2020-2021.

    Questo secondo noi è un gravissimo attacco alla neutralità d’insegnamento e nuoce la nostra democrazia diretta. La scuola deve essere un luogo d’insegnamento anziché d’indottrinamento e i nostri studenti hanno tutto il diritto di formarsi un’opinione politica in modo indipendente e senza influenze esterne.

     

    Giovani UDC Ticino

     

    Diego Baratti

    Presidente

     

    Nota: le foto pubblicate in precedenza in questo articolo erano in realtà del Diario scolastico della Svizzera italiana (Istituto Editoriale Ticinese SA), che nulla c’entra con l’Agenda scolastica della Svizzera italiana autoprodotta distribuita dal DECS, che ha interrotto la collaborazione con questo editore l’anno scorso. Ci scusiamo per l’errore e l’incomprensione.

  • I GIOVANI UDC PRESENTANO UNA DENUNCIA PENALE CONTRO SIMONETTA SOMMARUGA!

    I GIOVANI UDC PRESENTANO UNA DENUNCIA PENALE CONTRO SIMONETTA SOMMARUGA!

    La libera circolazione delle persone è un progetto dell’élite per l’élite. Per il cittadino medio, tuttavia, la libera circolazione delle persone è uno svantaggio. Pensate agli affitti sempre più alti, alla pressione salariale, allo stress e alla disoccupazione. E poiché la libera circolazione delle persone è uno svantaggio per la maggioranza della popolazione, i circoli elitari devono fare un enorme sforzo per far approvare la libera circolazione delle persone. Il fatto che si stiano stipulando accordi segreti anche con governi stranieri per raggiungere questo obiettivo è però intollerabile. Questo non deve accadere in uno Stato democratico diretto come la Svizzera.

    Già a febbraio alcuni media (Radio SRF e Weltwoche) hanno riportato che la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha incontrato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE, alla presenza di altri due membri del Consiglio federale presso il WEF di Davos per una discussione il cui contenuto è altamente esplosivo: la consigliera federale Sommaruga ha chiesto alla von der Leyen di non esercitare alcuna pressione alla Svizzera in merito all’accordo quadro fino al voto sull’iniziativa per la limitazione dell’UDC. Ursula von der Leyen si è dichiarata d’accordo e in cambio ha affermato che dopo il voto sull’iniziativa per la limitazione l’UE si aspetterà presto una posizione chiara a favore dell’accordo quadro. Questo accordo segreto si è svolto lontano dal pubblico e non sarebbe mai stato conosciuto senza il giornalismo critico. Ciò avrebbe lasciato gli elettori nell’errata convinzione difesa dalla presidente Sommaruga che non vi fosse alcuna intenzione di avvicinare la Svizzera all’UE non appena fosse stata lanciata l’iniziativa per la limitazione. Ciò rappresenta – a prescindere dalle opinioni politiche – una chiara violazione della libertà di voto garantita dalla Costituzione (articolo 34, paragrafo 2), tanto più che lo Stato, in contrasto con il principio di trasparenza, ha voluto privare gli elettori di fatti che hanno chiaramente influenzato le loro decisioni e che sarebbero ancora sconosciuti senza una persistente copertura mediatica.

    I Giovani UDC hanno utilizzato la fase del coronavirus per chiarire la situazione giuridica. Si è giunti alla conclusione che la Consigliera Federale (ed eventualmente gli altri membri del Consiglio federale presenti) hanno violato con il loro comportamento l’art. 267 n. 1 cpv. 3 del Codice penale svizzero, secondo il quale sono vietate le trattative con governi stranieri “a scapito della Confederazione”. È ovvio e indipendente dall’opinione politica individuale che la Svizzera è svantaggiata se gli accordi con i governi stranieri portano a nascondere agli elettori fatti essenziali. Questo attacco alla libera democrazia e allo Stato di diritto liberale è chiaramente contrastato dai Giovani UDC. La procedura per la denuncia penale è stata ora ultimata ed è stata presentata oggi al Ministero pubblico della Confederazione dal presidente del partito David Trachsel. Spetta ora al Parlamento revocare l’immunità di Simonetta Sommaruga. Speriamo che a lungo termine vinca lo Stato di diritto.

    Pur prendendo sul serio la necessità di presentare un reclamo, siamo consapevoli che il processo può essere difficile. Tuttavia, stiamo anche dimostrando che la libera circolazione delle persone è un progetto di certi circoli elitari, ma che in realtà si è dimostrato dannoso per il cittadino medio. E questo indica anche che la cosiddetta “alleanza ampia” contro l’UDC è in realtà un’alleanza molto piccola di certi circoli elitari che non hanno mai affrontato problemi come gli affitti elevati, lo stress, la pressione salariale e la disoccupazione che la popolazione deve affrontare.

     

    Per approfondire:

    Rahmenabkommen_mit_Brüssel_EU_erhöht_den_Druck_auf_Bundesbern_News_SRF

    Weltoche_Kommentar_Causa_Sommaruga

    Strafanzeige_JSVP_vs._Sommaruga_et_al_bzgl._van_der_Leyen_Verhandlung

  • La storia di Maria (21): 400 candidature e ancora senza lavoro

    La storia di Maria (21): 400 candidature e ancora senza lavoro

    Sono decine di migliaia i giovani che in Svizzera stanno cercando un apprendistato proprio durante la crisi del coronavirus. La Svizzera, un Paese modello, si trova di fronte a una catastrofe in termini di disoccupazione giovanile: L’Università di Berna stima che nei prossimi due anni potrebbero rimanere senza apprendistato fino a 6000 giovani, mentre la disoccupazione giovanile per i givoani sotto i 25 anni sfiora orami il 10% (dati ILO).

    Maria (nome di fantasia) è uno di questi 6000 giovani. All’età di 17 anni ha iniziato un apprendistato come specialista in manutenzione aziendale e dopo un anno ha dovuto interrompere il suo apprendistato a causa di un grave incidente. Ora la ventunenne è alla ricerca di un nuovo lavoro da tre anni. Dopo 400 domande scritte ha smesso di contarle. La crisi del coronavirus ha peggiorato ulteriormente la situazione.

    “Non lo capisco. Sono incredibilmente motivata eppure nessuno vuole assumermi. Non voglio vivere di assistenza sociale, voglio lavorare”, dice Maria, che al momento sopravvive con piccoli lavoretti qua e là, ma non andare avanti così per sempre.

    Tuttavia, Maria non resta con le mani in mano. Continua a cercare attivamente lavoro in vari settori, ma le risposte sono sempre le stesse. “Le aziende sono scoraggiate perché ho già abbandonato l’apprendistato. Una volta ho fatto domanda in un’officina e il capo mi ha detto: “Preferisco assumere qualcuno con la fedina penale sporca piuttosto che una che ha abbandonato l’apprendistato”. Tutto questo fa arrabbiare Maria. La sua rabbia, tuttavia, non è rivolta alle aziende, ma alla politica. Si sente sola: “La politica dovrebbe fare di più per noi”.

    Maria non è l’unica. Infatti sono moltissimi i giovani nella sua situazione, che devono vivere ancora a carico dei propri genitori perchè non riescono a trovare un lavoro. La cosa, già precaria in Ticino, è andata ad accentuarsi con la crisi economica causata dal coronavirus. Ora è tempi di agire: Le grida di aiuto di Maria sono state ascoltate dai Giovani UDC.

    Il nostro piano d’azione “Disoccupazione giovanile” rappresenta un primo passo concreto per migliorare la situazione nel mercato del lavoro giovanile in Svizzera.

    Ecco cosa chiediamo:

    • Le aziende ricevono notevoli agevolazioni fiscali per ogni posto di apprendistato offerto e per ogni impiego di dipendenti di età inferiore ai 25 anni (fino a una quota del 20% per le aziende con 10 o più dipendenti).
    • Pacchetto di deregolamentazione per la crescita dell’apprendistato: le aziende con posti di apprendistato devono essere liberate da normative burocratiche inutili. Troppe persone hanno già rinunciato all’apprendistato perché in molti settori la burocrazia è dilagante e sottrae alle aziende a valore aggiunto innumerevoli ore di lavoro. Chiediamo quindi un pacchetto di misure per deregolamentare e ridurre la burocrazia dell’apprendistato.
    • Per non compromettere la fiducia dell’economia nel livello di istruzione, tutti gli esami per l’uscita dalla scuola e dall’apprendistato devono quindi essere svolti regolarmente. Esigiamo che, ovunque siano già stati comunicati gli annullamenti degli esami, un certificato indichi chiaramente ciò che i diplomati e gli apprendisti hanno effettivamente conseguito e ciò che le aziende possono richiedere a livello di conoscenze.
    • La libera circolazione delle persone con l’UE, che influisce in modo grave per i giovani lavoratori a causa della facile disponibilità di manodopera straniera a basso costo, deve essere interrotta con effetto immediato. I lavoratori stranieri possono firmare un contratto di lavoro solo se non è disponibile un lavoratore indigeno altrettanto qualificato.

    Maria

  • SOS Disoccupazione giovanile – 4 misure concrete per salvare il futuro dei giovani!

    SOS Disoccupazione giovanile – 4 misure concrete per salvare il futuro dei giovani!

    I segnali di allarme sono inconfondibili: Sulla scia della crisi del coronavirus, gli esperti prevedono un aumento estremo della disoccupazione giovanile a partire da quest’estate. Per questo motivo, i Giovani UDC Svizzera lanciano un accorato appello all’opinione pubblica presentando diverse misure per evitare un ulteriore aumento della disoccupazione giovanile.

    Rispetto al mese precedente, il tasso di disoccupazione in Svizzera ad aprile è aumentato di quasi il 14%, superando le 150’000 unità. Dal punto di vista dei giovani la situazione è particolarmente drammatica: il numero di disoccupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni iscritti ad un’agenzia regionale di collocamento è aumentato di oltre il 18 per cento in un solo mese – per un totale di oltre 17.000. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, questo rappresenta un aumento di oltre il 60%.

    Disoccupazione giovanile effettiva superiore al 10 per cento

    In questo contesto, si è spesso rassicurati sul fatto che la disoccupazione giovanile dichiarata ufficialmente (disoccupati tra i 15 e i 24 anni) in Svizzera è molto bassa rispetto agli altri Paesi dell’UE. Tuttavia, per poter fare un confronto significativo con la situazione all’estero occorre utilizzare il tasso di disoccupazione giovanile secondo la definizione internazionale (ILO). Secondo statista.com, nel 2019, secondo la definizione ILO, ben l’8% degli svizzeri sotto i 25 anni (sempre escludendo alunni e studenti) era disoccupato nel 2019 – e questo in un anno di crescita economica! Oggi, a seguito della pandemia coronavirus, il tasso di disoccupazione giovanile effettivo è molto più significativo ed è probabilmente ben oltre il 10 per cento.

    In un momento in cui migliaia e migliaia di piccole e medie imprese si battono per la loro esistenza, molti apprendistati e posti di lavoro rischiano di essere soppressi. Sappiamo per esperienza che i lavoratori al di sotto dei 25 anni vengono assunti più rapidamente di quelli più anziani durante i periodi di crescita economica. In tempi di crisi, però, vengono anche licenziati più rapidamente. Gli studi hanno dimostrato che i giovani che entrano nel mercato del lavoro in tempi di crisi subiscono svantaggi quali salari più bassi o di disoccupazione per un periodo fino a dieci anni. Questo deve essere evitato! Ciò riguarda anche gli accademici, il cui ingresso in carriera si sta già rivelando difficile in molti settori e che spesso si trovano a dover affrontare anni di tirocini poco retribuiti prima di essere assunti regolarmente.

    Ci congratuliamo con tutti gli imprenditori che ogni giorno danno il loro contributo per integrare con successo i giovani nel mercato del lavoro. Tutti gli apprendisti formatori, i capi delle aziende e i superiori che esprimono la loro fiducia nei giovani e danno loro una possibilità anche se ci sono opzioni più facili, meritano il nostro rispetto e la nostra stima. In questa difficile fase economica, che li costringe ad adottare misure impopolari per garantire la propria sopravvivenza, occorre quindi migliorare le condizioni quadro affinché chi dà lavoro e futuro ai giovani sia ricompensato.

    SOS – Piano d’azione dei Giovani UDC per la disoccupazione giovanile

    I Giovani UDC hanno elaborato le seguenti concrete richieste, che mirano a frenare l’aumento della disoccupazione giovanile:

    • Le aziende ricevono notevoli agevolazioni fiscali per ogni posto di apprendistato offerto e per ogni impiego di dipendenti di età inferiore ai 25 anni (fino a una quota del 20% per le aziende con 10 o più dipendenti).
    • Pacchetto di deregolamentazione per la crescita dell’apprendistato: le aziende con posti di apprendistato devono essere liberate da normative burocratiche inutili. Troppe persone hanno già rinunciato all’apprendistato perché in molti settori la burocrazia è dilagante e sottrae alle aziende a valore aggiunto innumerevoli ore di lavoro. Chiediamo quindi un pacchetto di misure per deregolamentare e ridurre la burocrazia dell’apprendistato.
    • Per non compromettere la fiducia dell’economia nel livello di istruzione, tutti gli esami per l’uscita dalla scuola e dall’apprendistato devono quindi essere svolti regolarmente. Esigiamo che, ovunque siano già stati comunicati gli annullamenti degli esami, un certificato indichi chiaramente ciò che i diplomati e gli apprendisti hanno effettivamente conseguito e ciò che le aziende possono richiedere a livello di conoscenze.
    • La libera circolazione delle persone con l’UE, che influisce in modo grave per i giovani lavoratori a causa della facile disponibilità di manodopera straniera a basso costo, deve essere interrotta con effetto immediato. I lavoratori stranieri possono firmare un contratto di lavoro solo se non è disponibile un lavoratore indigeno altrettanto qualificato.

    I Giovani UDC hanno inoltre riportato queste preoccupazioni riguardo la disoccupazione giovanile tramite una lettera aperta a Martina Hirayama, segretaria di stato per la ricerca e la formazione, e presenteranno la settimana prossima una serie di interventi in questo senso al Consiglio Nazionale.

    Disoccupazione giovanille sos

  • No allo spionaggio di massa!

    No allo spionaggio di massa!

    Negli ultimi mesi, l’epidemia del coronavirus ha portato a un cambiamento radicale nella nostra vita quotidiana, che ha subito grandi restrizioni.

    Ora il governo sembra voler limitare ulteriormente il nostro diritto alla libertà e alla privacy permettendo l’introduzione di una speciale app per monitorare i nostri movimenti. Senza entrare nei tecnicismi, l’app sarà in grado tracciare la posizione dei nostri spostamenti, e di avvertirci tramite notifica qualora fossimo entrati in contatto con una persona che ha poi manifestato i sintomi del Covid-19. Il tutto funzionerebbe tramite tecnologia Bluetooth.

    Tuttavia, il progetto solleva seri dubbi sull’uso e sulla protezione dei dati raccolti: infatti già negli scorsi giorni il famoso epidemiologo Marcel Salathé, uno dei sostenitori dell’app, aveva abbandonato il progetto, denunciandone a gran voce la mancanza di trasparenza, mentre molti esperti del settore si sono detti preoccupati circa l’ottenimento e la gestione di dati personali, che potrebbero venir impiegati per altri motivi oltre a quello di combattere il coronavirus o addirittura essere rivenduti a terzi.

    Visto le numerose perplessità degli esperti, i Giovani UDC chiedono che il governo ticinese intervenga con una moratoria provvisoria della suddetta App, e che cominci un dialogo con il governo federale e il Politecnico di Zurigo per richiedere informazioni più dettagliate circa l’utilizzo dei dati e la protezione della privacy dei cittadini. I Giovani UDC richiedono anche che il Governo Ticinese non partecipi in nessun modo allo sviluppo e diffusione dell’app, né a livello finanziario, né organizzativo (ad esempio tramite pubblicità sui canali ufficiali del Cantone).

    Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra la tutela della salute e la protezione della nostra privacy. Un’applicazione che solleva più domande che risposte mette la nostra società in grande pericolo, dobbiamo evitare un secondo scandalo delle schedature.

  • OLTRE 30 CANDIDATI GIOVANI UDC ALLE COMUNALI!

    OLTRE 30 CANDIDATI GIOVANI UDC ALLE COMUNALI!

    I Giovani UDC Ticino sono fieri di comunicare che sono più di trenta i candidati giovani sulle liste UDC/Lega o nelle varie liste civiche in tutto il Cantone per le prossime elezioni comunali, quasi il doppio rispetto a quattro anni fa. Sono inoltre ben 11 i candidati che sono scesi in campo anche per la corsa al Municipio.

    Questi dati confermano quanto il nostro movimento giovanile sia in crescita su tutto il territorio cantonale: da Aquarossa fino a Castel San Pietro, passando dalla Capriasca i nostri membri cercheranno di portare i principi cari all’UDC come la limitazione dell’immigrazione, la preferenza indigena, e l’attenzione a famiglie e anziani all’interno della politica comunale.

    “Il nostro obbiettivo per le comunali è quello di raddoppiare la nostra presenza nei vari consigli, riconfermando i 5 uscenti e puntare ad un totale di 10 consiglieri comunali eletti” afferma Daniel Grumelli, presidente dei Giovani UDC Ticino. “L’obbiettivo è ambizioso, ma da qualche mese a questa parte, da dopo l’elezione di Chiesa in Consiglio agli Stati abbiamo sempre più nuove adesioni” aggiunge invece Diego Baratti, vicepresidente “Infatti sono oltre 15 i nuovi membri che da novembre hanno aderito al nostro partito”.

    I Giovani UDC confermano dunque di essere uno dei partiti giovanili più attivi e grandi del cantone, superando di misura i Giovani Leghisti.

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  • DIEGO BARATTI RIELETTO NELLA DIRETTIVA NAZIONALE DEI GIOVANI UDC

    DIEGO BARATTI RIELETTO NELLA DIRETTIVA NAZIONALE DEI GIOVANI UDC

    I 150 delegati riuniti ieri sulle sponde del lago dei Quattro Cantoni a Lucerna hanno rieletto il ticinese Diego Baratti, classe 1997 di Ponte Capriasca, nella direttiva dei Giovani UDC Svizzera. Baratti è da tre anni responsabile nazionale per la comunicazione e per le campagne. Sarà lui quindi a guidare la campagna dei giovani UDC a favore dell’iniziativa per la limitazione che voteremo il prossimo maggio.

    I delegati hanno anche proceduto a eleggere un nuovo presidente nazionale come successore di Benjamin Fischer, recentemente eletto alla presidenza dell’UDC zurighese. Eletto è risultato il basilese David Trachsel, che ha ottenuto 102 voti contro i 40 dello sfidante argoviese Alain Bütler. Camille Lothe, presidente dei Giovani UDC Zurigo, aveva invece ritirato la sua candidatura prima dell’inizio dell’assemblea.

    Decisiva per l’elezione di David Trachsel è stata la sua personalità unificante. Anche se vive nella città di Basilea, è molto ben accolto in campagna. Inoltre, Trachsel, che lavora come fiduciario, è molto popolare ben oltre le barriere linguistiche, anche per la sua solida conoscenza del francese. Con parole chiare, Trachsel ha entusiasmato i delegati sull’importanza di una giovane e forte UDC per la Svizzera, per gli uomini e le donne di questo Paese, per le famiglie, per la popolazione attiva, per il commercio, per gli agricoltori e per l’industria. Come punto culminante del suo discorso, ha annunciato la lotta per l’iniziativa di limitazione. Nella convinzione che un’immigrazione eccessiva sia enormemente dannosa per la popolazione e debba essere finalmente limitata.

     

     

  • LA BATTAGLIA CONTRO LA CENSURA VA AVANTI!

    LA BATTAGLIA CONTRO LA CENSURA VA AVANTI!

    I Giovani UDC Ticino prendono atto della decisione popolare di inserire anche la discriminazione basata sull’orientamento sessuale nel codice penale. I Giovani UDC osserveranno ora in modo molto attento lo sviluppo della dottrina (attualmente inesistente) su questo articolo, e interverranno qualora ritenessero che le libertà di espressione, di culto o di commercio di singoli o gruppi venga ingiustamente limitata o censurata.

    Nonostante la sconfitta, siamo orgogliosi dell’impegno dei nostri membri e della proficua collaborazione con il comitato “No a questa legge sulla censura”. Grazie all’impegno dei Giovani UDC, che insieme a UDF hanno lanciato il referendum, gli elettori hanno avuto la possibilità di votare sulle restrizioni alla libertà di opinione, di credo, di coscienza e di commercio. Tuttavia, grazie alle enormi risorse finanziarie e al sostegno di quasi tutti i partiti, la lobby LGBT è riuscita a mettere in scena il nuovo testo di legge come ulteriore protezione per gli omosessuali e i bisessuali e a distogliere l’attenzione dalle effettive conseguenze negative della legge.

    Le conseguenze negative dell’applicazione della norma rimangono oggigiorno difficili da valutare, e non è possibile prendere una decisione definitiva in questa fase sulle principali conseguenze da temere. Resta comunque chiaro che una porta è stata aperta al terrore e alla criminalizzazione delle opinioni. L’incertezza e la paura di dire la propria opinione o di rivelare le proprie convinzioni sono ormai una realtà. È auspicabile che la legge venga interpretata in modo restrittivo e che venga applicata solo in casi estremi, proprio come i suoi sostenitori hanno promesso durante la campagna.

    La libertà di espressione, di credo, di coscienza e di commercio sono alla base del sistema democratico. Ogni volta che questi diritti vengono ingiustamente limitati, o censurati, muore un pezzetto di democrazia. Per questo i Giovani UDC continueranno a lottare affinché rimanga possibile un discorso aperto e controverso su questioni delicate, garantendo a tutti i cittadini una giusta partecipazione nel processo democratico.

  • Un chiaro SI al congedo paternità!

    Un chiaro SI al congedo paternità!

    Durante l’ultimo Comitato Cantonale dei Giovani UDC Ticino, riunitosi negli scorsi giorni a Mezzovico, tra i vari temi all’ordine del giorno vi era quello del congedo paternità. Dopo averne discusso attentamente e dopo aver ascoltato le diverse opinioni dei presenti si è giunti ad una decisione chiara e ben definita: il compromesso di due settimane di congedo paternità deve essere sostenuto.

    La nostra società si basa sulla famiglia. Un valore che lentamente ma inesorabilmente sta perdendo sempre più importanza tra la popolazione. Viviamo in un’era dove tutto va di fretta. C’è chi preferisce il lavoro alla famiglia e c’è chi d’altra parte vorrebbe poter crescere una famiglia ma non ne ha i mezzi né il sostegno. Noi crediamo fermamente che un congedo paternità di due settimane possa essere un trampolino di lancio da parte della

    Confederazione e dei Cantoni a sostenere padri, genitori e famiglie ad avere la possibilità di vivere dignitosamente e nel miglior modo possibile. Pensiamo a quelle famiglie del ceto medio e basso che ogni mese fanno fatica a fare fronte all’aumento dei costi che devono affrontare mensilmente. Per non parlare poi degli aiuti sociali dati sovente in modo errato. Quante volte le famiglie arrivate in Ticino o in Svizzera da poco hanno in brevissimo tempo il sostegno finanziario per vivere agiatamente a scapito invece di quei ticinesi e di quelle ticinesi che si vedono rifiutare aiuti che avrebbero bisogno loro in primis per poter crescere i loro figli.

    In una Svizzera dove avvengono più decessi che nascite e con un invecchiamento sempre maggiore della popolazione, si rischia fortemente di arrivare al giorno in cui il numero degli abitanti segnerà una percentuale negativa rispetto a ora. Attualmente la continua immigrazione verso il nostro Paese fa sì che tutto ciò non avvenga. È questo che vogliamo? Noi no!

    Come Giovani UDC Ticino siamo quindi convinti che il compromesso di due settimane sia una soluzione conveniente per tutti. Padri, famiglie e imprese. Impiegati di grandi enti e aziende attualmente posso permettersi congedi paternità di tre settimane e più. La maggioranza dei lavoratori invece ha a malapena un massimo di tre giorni. La disparità è enorme e bisogna colmarla. Tutti i padri, come avviene per le (neo)mamme, dovrebbero avere il diritto di vivere a pieno i primi giorni di vita del proprio figlio. Noi ne siamo convinti! NO al referendum, SÌ al congedo paternità di due settimane.